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NEPHTHYS, accogliere l’oscurità


Siamo nel cuore dell’autunno, la stagione più fredda prende pian piano piede e le giornate si accorciano sempre di più. In questo periodo dell’anno il nostro umore tende ad essere più cupo e potremmo sentire il bisogno di mettere in analisi la nostra vita. Tutto ciò che è scomodo, e che sentiamo ingiusto ci martella come aghi sulla pelle e nella mente. Tendiamo a essere meno tolleranti e la parola “fine” spesso ci sembra quella che ci capita più spesso davanti. È in questo clima che possiamo avere due scelte: resistere al cambiamento, o fluire assieme ad esso.


Vorrei aiutarti a fluire facendoti conoscere una Dea che in questo periodo dell’anno ci può accompagnare, con la sua energia, ad affrontare tutto il mare che si agita dentro di noi.


Siamo nell’Antico Egitto e, da Padre Terra e Madre Volta del cielo, nacque Nephthys, sorella gemella di Iside. Le due dee erano pura energia, meravigliose e potenti come stelle del cielo. E dove Iside era giorno, luce, fertilità, abbondanza… Nephthys era notte, buio, sterilità, tristezza… Ma non facciamoci trarre in inganno, Nephthys non era affatto malvagia o depressa… semplicemente la sua energia è opposta a quella della sorella. Nephthys è la decomposizione prima della rigenerazione, la morte prima della rinascita, il buio prima della luce. È una dea necessaria, perché per poter ricostruire, devi poter prima distruggere.


Sul suo nome, Nephthys, ci sono due diverse traduzioni, entrambe cruciali per comprendere le sue energie: potrebbe infatti significare “morte che non è eterna” oppure “signora della casa”. I suoi nomi ci mostrano il suo profondo collegamento con la morte, una morte che tuttavia non è una fine. Nephthys è tra le divinità che accompagnano le anime dei morti, e sue effigi erano collocate presso le tombe. Ma ci mostrano anche la sua connessione con la dimensione intima, la casa. Era considerata infatti la nutrice dei faraoni. Suoi sono gli abbracci caldi quando le lacrime di dolore scorrono sul nostro volto.


La mitologia vuole che Nephthys sia la sposa di Seth, una sorta di Signore degli Inferi. Seth è distruzione, invidia, gelosia e si contrappone alla moglie perché mentre lei incarna gli aspetti positivi e necessari dell’oscurità, Seth ne rappresenta i lati più malvagi. Nephthys insieme a Seth è sterile, un vaso vuoto che non porta a nulla. Le sue lacrime scorrono nel fiume della tristezza e la sua cappa è pesante. Non c’è movimento. Ma accadde che Nephthys assunse l’aspetto di sua sorella Iside, e con questo inganno giacque con Osiride, il potente Signore della Luce. E il vaso vuoto divenne colmo, la tristezza acquisì un senso e l’oscurità trovò il suo flusso. Da questo incontro nacque Anubis, profondamente collegato ad Osiride quando, dopo la sua morte e rigenerazione, venne collocato come Signore dell’Aldilà.


Iside e Nephthys sono due sorelle che, in modo diverso, devono passare attraverso molto dolore. Ed entrambe trovano forza e supporto una nell’altra. Nephthys fu vicina alla sorella alla morte del suo sposo Osiride per mano di Seth, la aiutò nella sua ricerca di rigenerazione e allattò il figlio di lei Horus.


L’archetipo di questa dea è complesso, di certo non facile, ma possiamo utilizzarlo in questo periodo dell’anno per accompagnarci dolcemente verso il mondo interiore, verso l’oscurità dentro e fuori di noi, ad affrontare le nostre ferite e i nostri dolori, le nostre sterilità. Possiamo invocarla per piangere le nostre lacrime e in lei trovare la casa accogliente. Possiamo pregarla per accompagnare le anime delle persone che perdiamo nel nostro cammino terreno. Ancora, possiamo usare la sua energia per compiere le distruzioni necessarie per fare spazio nella nostra vita.


10 COSE CHE PUOI FARE PER LAVORARE CON QUESTA DEA:


- Quando il buio della notte avanza, spegni le luci in casa, apri le finestre e per qualche istante lascia che l’oscurità avanzi. Ascolta come ti senti, cosa provi, come percepisci questo Buio…

- Prepara dei biscotti, esci al tramonto e lascia le offerte di cibo in un luogo di natura. Pensa alle anime che non camminano più sulla terra, lascia un pensiero benedicente per ognuna di loro.

- Fermati ad ascoltare il tuo dolore, permettiti di piangere.

- Analizza le tue paure, dai loro un nome preciso, focalizza cosa ti spaventa e cosa temi. Chiedi poi la protezione della dea nell’affrontare ciò che più temi.

- Osserva i rami sterili della tua vita. Lascia andare ciò che è arrivato al capolinea.

- Stai vicina a una amica che soffre, ascoltala, dai spazio al suo dolore e alle sue lacrime e sii presente per lei. Supportala e incoraggiala nella sua missione.

- Rifletti sul tema della Morte. Come ti rapporti ad essa? Che pensieri ed emozioni ti suscita?

- Pensa ai tuoi nuovi inizi, ai rami a cui vuoi portare fertilità, scrivili su un foglio e poi brucialo alla fiamma della candela, chiedendo l’aiuto della dea nel compimento materiale di ciò che desideri.

- Lavora con il totem del Falco, animale simbolo di questa divinità

- Annuncia qualcosa di bello: presso i Romani in questo periodo dell’anno si annunciavano i matrimoni (che si sarebbero poi celebrati con la primavera e i mesi più caldi) per ricordare come la vita sia bella e meritevole anche nei momenti più bui e difficili dell’anno. Indici una riunione di famiglia, organizza un video party con gli amici, annuncialo pubblicamente sui social… ma condividi qualcosa di bello e significativo.

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