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MUNDUS CERERIS, l'apertura del Sacro Utero della Terra


Una cosa che mi ha sempre affascinata, fin da piccola, erano le storie che riguardavano il passato. Vecchie tradizioni, racconti popolari, abitudini, reperti… da bambina volevo fare l’archeologa proprio per questo: per riportare in vita il passato che, anche se non lo vogliamo, ci influenza inevitabilmente. Sorrido oggi al pensiero che, in fin dei conti, sebbene abbia scelto strade completamente diverse dall’archeologia, quello che faccio è comunque riportare in vita una saggezza antica, ancestrale, rendendola fruibile alla nostra comprensione attuale.


Oggi, 5 ottobre, voglio concentrarmi su un particolare evento del passato che caratterizza proprio le nostre terre: l’apertura del Mundus Cereris, celebrata in tre date durante l’anno (24 agosto, 5 ottobre e 8 novembre).


Ma cerchiamo di capire bene di cosa si tratta e di come possiamo sfruttare, oggi, queste energie.


Il Mundus Cereris era, di fatto, un buco. Una apertura circolare nel terreno, una sorta di pozzo che, si credeva, mettesse in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti. Sorgeva presso il tempio dedicato a Cerere, dea delle messi (ma anche dell’oltretomba) e, al giorno d’oggi, è ancora visibile presso il Foro Romano, vicino all’arco di Settimo Severo. Questa tradizione, hanno accertato gli studiosi, arriva da un ancora più antico rito etrusco: al centro di ogni città, all’incrocio delle quattro vie principali, veniva scavato un grande pozzo dedicato alla Dea Mania, sposa del dio degli Inferi, Manthus. Questo pozzo rappresentava l’inizio della nuova vita, permetteva il sorgere di una nuova città sotto la guida e la protezione dell’AltroMondo. Il pozzo veniva tenuto chiuso la maggior parte dell’anno, salvo essere aperto in speciali date dell’anno, legate alla tradizione agricola, al fine di purificare e propiziare la prosperità dei raccolti e dell’intera città. I Romani, successivamente, hanno inglobato la tradizione mettendo il pozzo sotto la protezione di Cerere e ritenevano che i Mani lo custodissero. I Mani sono ritenuti delle sorte di Dei, rappresentazioni degli spiriti dei Defunti. Si diceva che custodissero tutti i segreti della sacralità. La data dell’8 novembre, sebbene sia oggetto ancora di discussione tra gli studiosi, si dice che sia legata alla semina del farro, che avveniva proprio in questo periodo.


Quella del Mundus Cereris è senza dubbio una simbologia molto interessante. Innanzitutto per la presenza della Dea Cerere, associata alla diade Demetra-Persefone. A me tuttavia i paragoni tra divinità non sono mai piaciuti perché ogni cultura, luogo e religione ha delle sfumature particolari, che è bene rispettare. Cerere è, insieme, dea di Vita e di Morte. È una dea di fertilità, legata sia all’abbondanza delle messi, sia alla procreazione femminile. Ma Cerere è anche dea dei terremoti, della forza distruttiva della terra e dei mondi sotterranei. È, potremmo dire, la Dea dell’elemento Terra in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi.


I riti di queste tre giornate particolari, oltre a essere legati alla richiesta di prosperità, abbondanza e fertilità, hanno a che fare con la purificazione (mundus = mondare). La Terra è, di per sé, un elemento che accoglie le energie, scarica gli eccessi, purifica e rimette in circolo. Dalla terra nasciamo, e alla terra ritorniamo. L’apertura della fossa era dunque anche un modo per rigenerarsi, per accedere alle profondità più oscure della terra e trarre dal suo nucleo infuocato nuova linfa vitale. Il mundus Cereris veniva anche chiamato l’utero della terra. Era, di fatto, una rinascita. In tempo etrusco, lo abbiamo detto, segnava la nascita di una nuova città, al giorno d’oggi, potremmo dire, ci permette di gettare ciò che non ci occorre più e di accogliere il “vuoto” della trasformazione e dei nuovi inizi.


Halloween (Samhain) sta per segnare il capodanno celtico, mostra una fine e avvia la strada di un nuovo inizio e questa antica festività romana, di origini antichissime, non fa che confermare le energie di questo periodo: il velo tra i mondi è sottile, possiamo ricevere la saggezza dei nostri Avi, possiamo lasciar andare, concludere i cicli, ricominciare, rinascere.


Mundus, la cui radice indoeuropea è M-N- D richiama anche la parola sanscrita mandala: il senso del mandala è quello del cerchio, di un centro che si apre verso l’esterno. In questa giornata il mio invito è quello di colorare, disegnare o creare un mandala per ripercorrere il vostro cammino di questo anno, riconoscendo i momenti difficili e ringraziando per i momenti belli. Osserviamo il nostro anno come tante fotografie: cosa ci rimane? Una volta presa consapevolezza di ciò che è stato possiamo lasciarlo andare, giù nel pozzo, nell’utero della terra che tutto trasforma. E possiamo così prepararci, ripuliti e rigenerati, a quello che sarà. Non conosciamo il nostro futuro, ma possiamo dire di essere pronti ad accoglierlo.

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