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PERSEFONE: l'archetipo


Questa è la storia di una giovane donna, splendida e aggraziata, conosciuta da tutti come Kore, la fanciulla. La ragazza, assieme alla madre, Demetra, era solita fare lunghissime passeggiate in mezzo alla natura e fra la gente del popolo, e ovunque le due dame andassero, portavano luce, fertilità e abbondanza. Al loro passo anche l’erba più secca rinvigoriva, i fiori sbocciavano e i frutti crescevano succulenti. Quando facevano visita alle case, anche le donne sterili rimanevano incinte. Erano amate da tutti e le si poteva vedere sempre col sorriso dipinto sulle labbra.


Mamma e figlia non si separavano mai, avevano un rapporto molto profondo e Kore si fidava ciecamente della donna che l’aveva generata. La seguiva sempre, la ascoltava con attenzione, non prendeva nessuna decisione senza prima averla consultata. Ogni ragazzo della Grecia, e si dice anche oltre, avrebbe voluto averla come sposa, ma Demetra sosteneva che la sua piccola Kore sarebbe sempre stata con lei.


Anche Ade, dio dell’Oltretomba, venne a conoscenza della bellezza e della grazia di Kore. La seguiva ormai da qualche tempo, osservando le sue fresche gote rosate, la sua risata tintinnante, le sue movenze così sinuose. Ma ad Ade più di tutto piaceva l’innocenza dipinta su quel volto di donna. Kore era totalmente inconsapevole del suo effetto sugli uomini: la sua era una bellezza naturale, non andava alla ricerca di imbellettamenti o di tecniche di seduzione. Lei era semplicemente se stessa, si sentiva ancora una bambina e anzi, voleva essere così per sempre! Si era ripromessa che mai avrebbe sposato un uomo e che sarebbe sempre stata giovane e libera, allegra e spensierata accanto a sua madre. Ma Ade aveva per lei ben altri piani…


E così, un giorno di pioggia, Ade arrivò avvolto da una nube e silenziosamente rapì la fanciulla. La portò nel suo mondo buio e oscuro e la povera giovane iniziò a urlare e invocare l’aiuto della madre, a cui sempre si era rimessa e che sempre aveva trovato soluzioni ai suoi problemi. Tuttavia, pareva che qui nessuno la sentisse. Si sentiva in trappola e non sapeva cosa fare. Se ne stava burbera in un angolo, rifiutandosi di mangiare o bere. Ade era molto gentile con lei, perché era veramente innamorato di questa donna. La riempiva di regali, di gioielli preziosi e di ogni tesoro in suo possesso. Le portava i cibi più prelibati, organizzava feste e intrattenimenti… ma nulla, Kore era irremovibile.


Passavano i giorni e Kore iniziava a sentirsi abbandonata. Sua madre non era ancora venuta a salvarla… che si fosse dimenticata di lei? Forse era d’accordo con Ade e voleva solo trovare un modo per liberarsi di lei? Non l’amava più? La mente e il cuore di Kore erano in subbuglio e gli Inferi non rendevano nulla facile. Continuava a sentire sussurri che la facevano tremare, sentiva il suo cuore pesante e voleva solo stare da sola. Ade rispettò il sentire della fanciulla, e la lasciò elaborare il suo percorso, senza disturbarla. Continuava tuttavia a porle cibo e bevande, in modo che si sentisse sempre accolta e benvoluta. Furono parecchi i giorni di silenzio di Kore, tuttavia, un bel giorno, il suo sentire iniziò a cambiare. Kore smise di combattere tutti i sentimenti negativi che sentiva dentro: la rabbia per il rapimento, la paura per essere in un luogo sconosciuto, la delusione di non essere salvata dalla madre, il timore di non essere amata… Per tutta la sua vita aveva vissuto sotto la gonna della madre, aveva rimesso ogni scelta della sua vita nelle sue mani… che fosse arrivato il momento di cambiare?


Quel giorno Kore allungò la mano verso un succulento frutto di melograno. Nessuno seppe se fu la maestria di persuasione di Ade a convincerla o se fosse il suo cambiamento interiore a volerlo, fattostà che sbocconcellò sei chicchi di melograno, prima di tornare nel suo silenzio.


Intanto, sulla terra, Demetra stava impazzendo. Il dolore della perdita della figlia era così grande che provocò un lunghissimo inverno rigido, senza alcun frutto della terra. Le donne avevano smesso di fare figli e la povertà e la fame stavano logorando la popolazione, disperata. Zeus, governatore su tutti gli Dei, decise di intervenire e così convocò tutti per discutere della questione. Fu scelto un luogo neutro e Ade portò Kore al cospetto di Zeus, con accanto Demetra. Appena Demetra vide sua figlia le corse incontro abbracciandola forte e Kore comprese che sua madre la amava davvero e non la aveva abbandonata, tuttavia comprese anche che questa volta sua madre non avrebbe potuto aiutarla. Era ora di prendersi le sue responsabilità. Ade spiegò che la giovane aveva mangiato un frutto degli Inferi, e tutti sanno che chi mangia qualcosa che proviene dall’Altro Mondo, non può più lasciarlo. Demetra si strappò i capelli urlando la sua disperazione, tuttavia Kore ricordò di aver mangiato solo sei chicchi e non un frutto intero. Zeus allora, decretò che Kore avrebbe vissuto sei mesi negli Inferi, tanti quanti i chicchi di melograno mangiati, gli altri sei mesi li avrebbe trascorsi sulla terra, assieme alla madre. Tutti accettarono di buon grado e la nuova vita di Kore iniziò.


Ade la rese sua sposa, incoronandola come Regina degli Inferi con una splendida corona piena di diamanti. Le diete potere in tutto il suo mondo e le affidò il compito di essere la guida di coloro che visitavano l’Oltretomba. Kore decise che d’ora in poi avrebbe abbandonato il suo appellativo terreno e si sarebbe fatta chiamare col suo vero nome, Persefone. Da giovane fanciulla spensierata, negli Inferi Persefone divenne una donna matura, consapevole di chi era, dei suoi compiti e della sua bellezza.

Nei sei mesi in cui la figlia risiedeva nel mondo buio, Demetra si ritirava lasciando la terra fredda e arida, aspettando con impazienza il ritorno della figlia. Quando le due si riunivano ecco che riappariva lo spirito leggero e libero di Kore e tutta la terra poteva partecipare alle gioia delle due donne verdeggiando.


Persefone: l’archetipo


La Dea Persefone ha tantissime lezioni da insegnarci, i messaggi che porta sono un modello di comportamento e di esistenza che possiamo sentire affine ai nostri stessi modi di sentirci. Questo perché Persefone, così come molte altre divinità di diverse culture, è un archetipo. Esiste una conoscenza collettiva a cui tutti abbiamo accesso: un mondo fatto di simboli, gesti, messaggi, immagini che tutti riusciamo a riconoscere come nostri. In questo grande calderone possiamo attingere per evolvere nel nostro cammino. Possiamo utilizzare le energie che impersonano questi personaggi per usarle a nostro favore nel nostro percorso evolutivo.


Che cosa ci trasmette dunque Persefone?


In qualità di Kore, la giovane fanciulla, abbiamo accesso al mondo infantile-adolescenziale. Qui la spensieratezza e la leggerezza regnano sovrane: non abbiamo le idee chiare su cosa vogliamo, su quale deve essere il nostro percorso, dipendiamo dalle figure genitoriali (o del partner) e ci rimettiamo a loro incapaci di compiere delle vere scelte. La bellezza di Kore è totalmente inconsapevole, la sua innocenza è genuina. È un fase che tutte attraversiamo e in cui possiamo riconoscerci.


Kore, potremmo dire, è una vera cocca di mamma. Il rapporto tra le due è si profondo (cose positiva) ma non è alla pari. Demetra lascia che sua figlia sia una parte di sé, non le permette di allontanarsi, sbagliare, avventurarsi nel mondo. La protegge tenendola accanto a sé ma allo stesso tempo le impedisce di crescere. In questa prima parte del racconto riconosciamo in Kore la donna-bambina, ancora poco matura e inconsapevole di sé.


Il rapimento messo in atto da Ade rappresenta in realtà la vita stessa. Quando non vogliamo crescere, quando le parti si rifiutano di progredire, ecco che interviene una forza esterna. E così potrebbero capitarci delle situazioni difficili, degli ostacoli, dei dolori che ci mettono in crisi. C’è separazione.


Negli Inferi, chiaro simbolismo della profondità del mondo interiore, Kore fa un vero viaggio di trasformazione. Abbiamo bisogno di lasciare da parte il mondo esterno, di ritirarci nella nostra solitudine per comprendere quale sia la nostra strada. È in questo processo che la Kore-bambina diventa la Persefone-donna. Ecco che la consapevolezza di chi siamo, del nostro corpo piano piano diventa concreta e iniziamo a prendere decisioni. C’è una vera trasformazione. Negli Inferi Persefone non è una vittima, non è triste… anzi ne diventa la Regina. È quello che siamo invitate a fare anche noi: diventare consapevoli che siamo le padrone del nostro mondo interiore. Quando riusciremo a comprenderlo, allora avremo la piena libertà di essere sia la Donna matura che la Giovane spensierata. In noi vivono entrambe le anime e il mondo stesso ha bisogno di entrambe le nostre parti: una fertile, solare, disponibile, gioiosa… e una solitaria, buia, silenziosa, custode della saggezza, meditativa. La vera forza della perfezione la troveremo nel dare giusto spazio a entrambe queste parti, dando la possibilità a entrambe di esprimersi, ascoltandole entrambe, trovando il nostro personale equilibrio. Luce e ombra, ancora una volta, ci viene spiegato che devono essere parti che collaborano.



Le domande interiori che Persefone ci ispira:

  • Che rapporto ho con la mia figura femminile di riferimento?

  • Ho avuto tempo e spazio durante l’infanzia per vivere la mia età liberamente?

  • Che ferite porta con sé la mia Bambina Interiore?

  • Offro spazio nella mia attuale vita alla mia Kore-bambina?

  • Conosco la mia Persefone-donna?

  • Come vivo la mia personale discesa nei miei Inferi?

  • Ho consapevolezza di me, delle mie energie e del mio corpo?

  • Sono padrona del mio mondo interiore?

  • So dare spazio alla parte di me più oscura?

  • Ho trovato equilibrio tra queste due parti di me?

  • Come posso lasciare che entrambe si esprimano?

  • Quale è stato il mio evento “Ade” che mi ha permesso di trasformarmi?

  • Riesco a reagire in modo costruttivo agli “eventi Ade” della mia vita?

  • Cosa può insegnarmi Kore-bambina?

  • E cosa invece la Persefone-donna?









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