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MEDITARE CON I BAMBINI SOTTO I 3 ANNI


Il dono di imparare a meditare è il dono più grande che puoi dare a te stesso in questa vita. (Sogyal Rinpoche)


Quando pensiamo alla parola meditazione la prima immagine che ci viene in mente è quella di una persona seduta a gambe incrociate, con gli occhi chiusi e un sorriso sereno sulle labbra. Ad alcuni questa immagine mette una certa ansia, quella certezza che “io non riuscirò mai a fare così” e se pensiamo di poterlo fare con i bambini… beh quelle persone probabilmente già stanno ridacchiando, pensando sia impossibile. Ma che cosa vuol dire davvero meditare? A cosa serve? E come si può conciliare con la vita frenetica di un bambino sotto i tre anni?


Partiamo dunque dal principio: meditare. Quando mi chiedono che cosa vuol dire meditare io rispondo sempre: essere consapevoli di essere felici. Una risposta un po’ inusuale vero? Eppure non è a questo cui tutti aneliamo? Non ricerchiamo, con ogni mezzo che ci è possibile, di vivere una vita in felicità? La meditazione non è altro che un esercizio di attenzione, di ascolto, di percezione di noi stessi e del mondo attorno a noi. Se siamo felici la meditazione ci permetterà di rendercene conto, facendoci apprezzare ciò che abbiamo. Se non lo siamo, la meditazione ci permetterà di trovare la quiete necessaria per ricercare una via possibile verso la felicità. E chi meglio dei bambini può insegnarci cosa significa vivere felicemente, con stupore e meraviglia ogni istante della vita? È per questo che anche i bambini piccoli possono meditare.


Indubbiamente ogni età richiede tecniche diverse, perché non esiste un solo modo per meditare, per il semplice fatto che la felicità ha infinite sfumature e infinite sono le vie per raggiungerle. Indubbiamente un bambino piccolo non potrà stare per ore seduto in silenzio ad occhi chiusi (d’altra parte già solo 5 minuti sono difficili anche per noi adulti), ma potrà sicuramente trovare un suo mezzo per fermarsi, ascoltare il mondo attorno a lui, soprattutto mamma e papà. La meditazione con i bambini piccoli è principalmente uno scambio, un dono da scartare in famiglia, per arricchirsi a vicenda.


Perché meditare con un bambino piccolo, vi chiederete. La meditazione ha immensi benefici, anche in tenera età. Prima di tutto crea una abitudine positiva per il bambino, che gli sarà molto utile da grande. Un po’ come abituarlo a mangiare frutta e verdura. È nei primi 5 anni di vita che il bambino forma la struttura delle sue abitudini da futuro adulto ed è quindi in questa età che è fondamentale instaurare una routine positiva. Meditare è una attività calmante, che permette di scaricare le emozioni accumulate e ritrovare dunque un equilibrio. I bambini vivono a mille ogni secondo della loro giornata. Cose che per noi sembrano normalissime sono per lui fonte di stupore. Ogni giorno impara qualcosa di nuovo, si relaziona con un mondo che deve conoscere e questo costa un grande dispendio di energie, non solo fisiche, ma anche mentali ed emotive. In alcuni bambini più sensibili questo può tradursi in agitazione, nervoso e ansia. Hanno tanta energia, e sostanzialmente non sanno come gestirla. La meditazione può molto aiutare in questo, favorendo lo scarico dell’eccesso e ritrovando equilibrio. La meditazione, come abbiamo detto, quando i bambini sono piccoli è una cosa di famiglia e dunque una occasione di scambio e di coccole. Un approfondimento con le figure di riferimento e uno spazio protetto dove poter interagire. Meditare favorisce un sonno sereno e tranquillo, aiutando il bambino nella rielaborazione delle esperienze vissute, prevenendo incubi e conciliando un sonno profondo e duraturo. Certo, non aspettatevi miracoli alla prima meditazione, ma con la costanza sia genitori che bambini ne traggono immenso beneficio. La meditazione aiuta a vivere le proprie emozioni: i bambini vivono ogni emozione immensamente. Un istante sanno essere totalmente gioiosi e l’istante dopo possono provare la rabbia con la forza degna di un Titano. Ogni emozione per loro è nuova e totalmente avvolgente. La meditazione può aiutare a vivere positivamente queste emozioni, mitigandole e permettendo loro di fluire. Meditare aiuta i bambini nella concentrazione, favorendo il loro sviluppo mentale. Nella crescita li supporterà anche nella memoria e nell’attenzione. È provato scientificamente che i bambini che meditano hanno risultati scolastici sopra alla media. Meditare inoltre innalza le difese immunitarie, migliora la circolazione, aumenta la pazienza e potremmo continuare per un libro intero a parlare di quanto faccia bene meditare, ma vi ho già convinti vero?


Ma ora sorgerà un dubbio: come medito con un bambino sotto i tre anni? Concretamente, che cosa faccio? Prima di tutto ricordiamoci che non si obbliga nessuno a meditare. Meditare non è una cosa che si fa, ma uno stato in cui si è. Ed è qui che entrano in gioco le figure genitoriali: meditare lo si insegna con l’esempio, un po’ come per tutte le cose importanti. Il bambino osservando noi e i benefici che noi stessi ne traiamo sarà invogliato a copiare ed imitare il comportamento.


Esercizio 1: lasciare che i bambini ci osservino. Durante la giornata decidiamo di

fare questo esperimento e sediamoci in un angolo tranquillo della stanza dove c’è anche il bambino. Sediamoci a gambe incrociate rilassiamo le spalle e iniziamo a prestare attenzione al nostro respiro. Teniamo gli occhi chiusi, sbirciando di tanto in tanto cosa fa il bambino. Inizialmente potrà continuare a svolgere la sua attività, ma quando si accorgerà di noi verrà vicino e magari vorrà sedersi proprio fra le nostre gambe. Se il nostro bambino è molto piccolo e non gattona nemmeno possiamo proprio già posizionarlo fra le nostre gambe, ancora meglio se in fascia, cuore a cuore.


I bambini sono immensamente interessati al mondo degli adulti. Imitare quello che facciamo noi grandi lo fa sentire parte del mondo, lo fa sentire dentro quella cerchia speciale di persone che si muovono, parlano, interagiscono, fanno tante cose… sebbene il nostro pensiero sia “bimbo mio, rimani piccolo il più possibile perché non sai quel che ti aspetta” proviamo a usare questa sua innata curiosità per insegnargli qualcosa di bello, che potrà essergli utile per tutta la vita. Una cosa che attira sempre tantissimo i bambini è il canto. Anche questo può essere un ottimo modo per meditare insieme.


Esercizio 2: il mantra. Esiste una parolina semplicissima, che tutti conoscono ma di

cui pochi sono a conoscenza del potere. Si chiama OM, la conosci anche tu vero? L’om, o meglio AUM, è ritenuto il suono primordiale, il rumore dell’universo che ha permesso la creazione di tutte le cose. Questo secondo le culture orientali, ma per fare un esempio a noi più vicino possiamo anche citare le prime parole della Bibbia: Dio era il Verbo, cioè la parola, il suono. Tutti noi siamo a conoscenza di quanto una canzone possa entrare in testa, possa toccare la nostra anima, emozionarci, farci battere il cuore solo con delle note una dopo l’altra. L’om ha la stessa magia. Risuona dentro di noi come una formula primordiale, che tutti conosciamo e che abbiamo dimenticato. Ma nella nostra memoria c’è e appena la sentiamo, ci appartiene di nuovo. Proviamo allora, sempre seduti come nel primo esercizio a inspirare ed espirando pronunciare Ommmmmmm mantenendo la m fino alla fine del respiro. E ripetiamo ancora e ancora, a ritmo del respiro. I bambini ne rimangono sempre incantati. Si mettono a scrutare la nostra bocca, il nostro viso, alla ricerca della comprensione di quel suono. Quando iniziano a parlare poi provano anche ad imitarlo. Se i bimbi sono molto piccoli e non amano stare fermi seduti possiamo portarli in fascia, cuore a cuore e svolgere l’esercizio passeggiando.


I miei bimbi attualmente hanno 21 mesi e usiamo molto l’om quando sono nervosi e arrabbiati. Invece di sgridarli e urlare mi siedo accanto a loro e inizio a pronunciare om a ritmo del respiro. Dopo un iniziale stupore si calmano dai pianti e dai capricci e a volte riprendono i loro giochi, a volte si mettono anche loro seduti, con pollice e indice che si toccano formando un cerchietto a pronunciare Om.


Coinvolgere i bambini nella nostra meditazione è il segreto. Non dobbiamo far meditare i bambini. loro probabilmente lo sanno già fare molto meglio di noi, perché vivono ogni istante liberi dai pensieri e dalle ansie quotidiane, pronti a lasciarsi stupore e imparare. Dobbiamo meditare per noi stessi e, mentre lo facciamo, lasciare che anche il bambino entri nella nostra meditazione.


Esercizio 3: musica maestro. La musica, dicevamo, è un ottimo mezzo per attirare

l’attenzione dei bambini. le musiche meditative indiane, coi flauti e le campane, hanno un tocco speciale che li incanta sempre, così come i tamburi sciamanici. Ma non solo piace loro ascoltarli, ma anche suonarli! È questa una favolosa esperienza sensoriale, adatta fin dalla più tenera età. Possono andare bene le campane tibetane, tamburi, bonghi, campanelli, sonagli… lasciamo che il bambino li esplori, aiutiamolo a suonarli e a scoprirne le melodie. Brian per esempio ha molta affinità con il tamburo. Lo suona benissimo, con un suo ritmo e quando lo suona è completamente perso nel suo mondo: sta meditando. Nathan invece preferisce il suono della campana tibetana, lo fa tanto ridere e stupire e preferisce che sia io a guidare la sua mano. Se non abbiamo gli strumenti (che comunque ormai si trovano un po’ ovunque a prezzi abbordabili) possiamo usare delle musiche già pronte, online se ne trovano tantissime,

e vedere cosa affascina di più il nostro bimbo.


Nella meditazione, come nella vita, ci vuole creatività. Non esistono regole precise, né esercizi validi per tutti. la meditazione è prima di tutto ascolto e osservazione. È per questo che all’inizio parlavo della meditazione con i bambini come uno scambio. Perché è questo che avviene: noi cerchiamo di trasmettergli qualcosa, loro in cambio ci mostrano una nuova parte di loro. Ci stimolano a trovare nuovi mezzi prima di tutto per noi stessi. È prima di tutto, come dicevamo, una nostra meditazione che poi viene condivisa con i bambini. quando dunque volete meditare con i bambini piccoli, partite a meditare per voi stessi, e loro vi seguiranno.

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