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MAMME (IM)PERFETTE


Diventare mamme è un processo che cambia la vita. La cambia letteralmente, come un urgano che fa perdere qualsiasi punto di riferimento, che fa piazza pulita di tutto ciò che c’era prima, lasciandosi spaesata, confusa e sola… Sola perché, pur avendo accanto bambini, mariti, parenti, amici… sembra che nessuno possa capire davvero il turbinio che si scatena dentro di te. Partono così le montagne russe: attimi di puro amore, di piena simbiosi col bambino, con te stessa, col mondo intero, in cui tutto sembra perfetto e sorridi come mai hai fatto; per poi crollare improvvisamente in un baratro così profondo che nemmeno pensi di poter provare certe sensazioni. Spesso i passaggi tra uno stato e l’altro sono così veloci che non ti accorgi di cosa abbia scatenato il cambiamento, come sia potuto accadere che sei passata dal sorriso alle lacrime. La maternità è tutto questo, e molto di più.


Mi sono resa conto che non esistono corsi preparto in grado di prepararti davvero a questa avventura, così ricca, così magica, così faticosa… eppure esiste la sorellanza, quell’antico sostegno tra donne che stanno passando esattamente le nostre stesse emozioni. Un tempo, quando le famiglie vivevano insieme, quando i bambini si crescevano in gruppo, forse era tutto più facile. Eppure anche adesso si cerca di recuperare questo antico modo di fare, di trovare modi per unire le donne, per raccontare, per supportarsi, per stringersi la mano mentre si cammina, insieme.


Il primo Festival della Maternità che si terrà a Padova il 13, 14 e 15 aprile ha proprio questo scopo: unire le donne, unire le mamme, creare punti di incontro, di confronto… e mostrare che la maternità non è solo cuoricini. Per tanti anni questi argomenti sono stati un po’ un tabù, la maternità, si insisteva, è un qualcosa di naturale che ti nasce dentro appena hai il bambino fra le mani. Ma nessuno nasce imparato, come si suol dire, e si deve imparare ad essere madri, così come quella creaturina piccolina deve imparare ad essere figlio. Entrambi i processi sono difficili, talvolta dolorosi, sebbene siano anche magnifici. Il Festival apre finalmente le porte a tutte le luci e le ombre della maternità, il tema scelto per questa prima edizione, e direi che non si poteva cominciare che così, guardando in faccia la realtà, semplicemente per quello che è.


Potete trovare tutte le informazioni sugli eventi, i programmi e le iniziative sulla pagina facebook Festival della Maternità e su Kairos Donna o sul sito www.festivalmaternita.eu


Utilizzando l’hashtag #lamiamaternità potete raccontare anche voi la vostra esperienza con le luci e ombre della vostra maternità, io vi lascio un piccolo estratto dal mio diario, un giorno fra tanti di vita coi miei gemellini.


“Oggi non ce la faccio davvero più. Sentirli piangere mi sta facendo impazzire, le loro voci arrivano direttamente al mio cuore, frantumandolo in così tanti pezzi che dubito di poterlo rimettere insieme. Mi sento così stanca che potrei dormire per mesi. Mi sento stanca dentro, come se non potessi più avere la vitalità che mi ha sempre contraddistinta. Dove sono finita io? Mi sembra di esserci col corpo, ma la mia essenza, la donna che io conoscevo… puf sparita. In giornate così mi chiedo perché ho voluto dei figli… e poi eccoli lì, partono i sensi di colpa. Una mamma non dovrebbe porsi queste domande, una mamma dovrebbe sempre sorridere ai propri figli e non riservargli queste lacrime che scorrono senza che io possa controllarle. Una mamma non dovrebbe… e in mezzo a questi pensieri dolorosi di rimprovero Brian alza il visetto, smette di urlare e si avvicina piano, Nathan lo segue, con quel suo modo di gattonare così buffo, battendo forte le mani sul pavimento, come a voler far sentire a tutti che lui c’è! Mi si avvicinano e mi danno un abbraccio. Ed ecco che quel cuore spezzato torna a posto, sembra anche meglio di prima, è così colmo che trabocca. E io rido, stringendoli forte, certa che a loro non importa se io sono una mamma imperfetta, per loro sono perfetta così. Abbiamo superato, insieme, un altro giorno.”

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