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IL SECONDO CHAKRA: SVADHISTHANA

La parola “chakra” deriva dal sanscrito e significa letteralmente ruota. Si tratta infatti di punti di energia situati lungo la colonna vertebrale. Queste ruote, girando, permettono all’energia di scorrere dal basso verso l’alto, dalle energie terrene a quelle spirituali. Può capitare, però, che capitino degli eventi, che proviamo delle emozioni, che incontriamo degli ostacoli che rallentano e bloccano il naturale girare di queste ruote. È allora che accadono i disequilibri e, nel tempo, si formano le malattie.


Sebbene i chakra siano tantissimi, situati in tutto il nostro corpo, come i pori della pelle, sono 7 quelli principali e proprio questi cercheremo di approfondire. Ricordo che questi articoli rimangono degli spunti di partenza per riflessioni e ricerche personali e sono ben lungi dall’essere esaustivi. Per ulteriori approfondimenti e domande potete contattarmi seguendo il modulo alla pagina Contatti.


IL SECONDO CHAKRA: IO SENTO


Il secondo chakra, Svadhisthana (dolcezza), rappresenta la sede del piacere, materiale, mentale e spirituale. È il chakra in cui si incontra e scontra con la dualità e con tutte le polarità opposte. È la porta di ingresso per il mondo interiore, il fiore del mondo inconscio.


NOME: Svadhisthana

SIGNIFICATO: collocato al suo proprio posto

NUMERO: 6, simbolo del cielo in azione, della creazione e della dualità

ASSOCIAZIONE SENSORIALE: gusto

ORGANI ASSOCIATI: organi riproduttivi, reni e sistema urinario, milza, pancreas, fegato, utero

GHIANDOLE: gonadi, ovaie, testicoli

ELEMENTO: acqua

COLORE: arancio

MANTRA: vam

SEDE: circa 5 cm sotto l’ombelico

FASE EVOLUTIVA: dai 6 ai 24 mesi circa

RIFLESSOLOGIA: pollice della mano, dito medio dei piedi

PIANETA: Venere

SIMBOLO: falce di luna

DEMONE: senso di colpa


Il secondo chakra è la sede dei sentimenti, da qui parte il canale sinistro che percorre tutto il nostro corpo fino a riunirsi con il canale destro e centrale nella testa. È il chakra che regola l’incontro con l’altro e dunque è la sperimentazione della sessualità. Come luogo delle polarità viviamo nel secondo chakra dal momento in cui da neonati comprendiamo di essere qualcosa di diverso dalla mamma. Assieme al primo chakra è un fiore che si preoccupa del nostro nutrimento: il primo chakra ci porta l’attenzione sul nutrimento fisico, mentre il secondo si occupa di una nutrizione più sottile, emozionale e relazionale. È il chakra che inizia a sviluppare la nostra individualità, che verrà determinata ufficialmente con il terzo chakra.


In questo chakra ha sede il piacere, ovvero la nostra capacità di godere delle cose del mondo. Nel corso degli anni, secoli e millenni passati è stato soprattutto il piacere della Donna ad essere demonizzato, colpevolizzato e sminuito, generando non pochi disagi a questo chakra nel mondo femminile. Essendo legato all’Acqua, l’elemento femminile per eccellenza assieme alla Terra, è un chakra che porta molta armonizzazione quando riusciamo a farlo funzionare bene, che ci culla dolcemente come suggerisce il significato del suo nome. Nasciamo in un ambiente acquoso, siamo formati maggiormente da acqua, la vita stessa è nata dall’acqua. È un chakra dunque che parla anche del nostro legame con questa Antica Madre che ci ha dato la vita. Eppure il piacere significa concedersi la gioia nella vita, che sia ammirando un tramonto, vivendo un rapporto sessuale, gustando il nostro piatto preferito, annusando il profumo dei fiori… con consapevolezza.


Quando è armonizzato: quando l’energia in questo chakra scorre liberamente siamo persone in equilibrio, consce delle nostre energie femminili e maschili. Abbiamo buoni rapporti con la nostra famiglia, riuscendo ad essere intimi con chi amiamo. Abbiamo un buon rapporto con il nostro corpo e con la sessualità, siamo fertili sia fisicamente che creativamente. Abbiamo voglia di vivere, di sentirci gioiosi, abbiamo voglia di sperimentare il piacere e lo facciamo senza sentircene in colpa. Ci muoviamo con grazia, ci sappiamo adattare ai cambiamenti, siamo persone fiduciose in noi stesse.


Quando è in disequilibrio: quando questo chakra non è in armonia potremmo sentirci impotenti, frigidi, incapaci di provare piacere (a qualsiasi livello sia). Ci sentiamo a disagio ad entrare in intimità, siamo persone molto timide e riservate. Proviamo vergogna del nostro corpo e della nostra sessualità, che non riusciamo a vivere serenamente. Possono esserci problemi alle vie urinarie, come cistiti per esempio. Tutti i problemi legati agli organi sessuali e riproduttivi sono legati a questo secondo chakra, così come dunque l’infertilità. La depressione è uno stato d’animo che prende forma proprio in questo caso, così come l’ansia e i sentimenti autodistruttivi. Potremmo sentirci poco vogliosi di godere della vita, come assopiti, o al contrario la ricerca del piacere potrebbe diventare una ossessione. Il bipolarismo è chiaramente una delle patologie del portare all’estremo la dualità di questo chakra. Manipolazione, dipendenza e attaccamento sono altre parole chiave legate a Svadhisthana. Nelle donne, difficoltà mestruali sono sempre legate a questo chakra.


Cosa può generare disequilibrio: ma quali sono allora le cause che ci portano a un disequilibrio in questo secondo chakra? Il ruolo principale lo svolge ancora una volta la nostra infanzia. Ci è stato permesso di sperimentare il mondo liberamente? Abbiamo avuto una madre apprensiva? Siamo stati coccolati e tranquillizzati dalla presenza materna? Ci è stato concesso di crescere rispettando i nostri sentimenti, emozioni e fasi evolutive? Siamo stati capiti? Cosa ci è stato insegnato sul sesso? Importante è comprendere se in famiglia vigevano tabù su questi temi, provocando un senso di vergogna e imbarazzo, oppure se era un tema liberamente discusso con serenità, rispondendo alla curiosità del bambino che scopre ed esplora il suo corpo e il suo mondo. È importante lasciare al bambino libertà di SPERIMENTARE, assaporando la sua libertà sotto l’occhio attento della mamma e delle figure di riferimento, attento ma non invadente. Il bambino deve essere libero di muoversi, toccare, assaggiare… un bambino che è stato a lungo nel box/recinti/girelli può sentirsi bloccato nella sua sperimentazione e dunque sviluppare un rallentamento a livello di questo chakra. È anche importante non caricare il bambino di sensi di colpa, accusandolo di non essere bravo, ubbidiente, a modo… Le parole prendono un significato importante e spesso determinano il carattere stesso del bambino: un bambino a cui viene spesso detto “sei un pestifero” alla fine si adatterà a questa etichetta e lo sarà davvero, pensando che quello sia il suo ruolo. Altre cause di disequilibrio di questo chakra potrebbero essere abusi sessuali o emotivi, così come tutte le situazioni instabili, che non ci permettono di sperimentare sicurezza. Un chakra che ci invita ad avventurarci in tutto ciò che è diverso da noi, e che dunque proprio per questo ci fa paura e c attrae allo stesso tempo. Solo se riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra queste due forze potremo avere un buon sviluppo del secondo chakra.


Leggi come lavorare con il secondo chakra cliccando qui.

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