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C’ERA UNA VOLTA… E C’E’ ANCORA: BIANCANEVE


Continuiamo ad esplorare le storie più belle di sempre, con lo stupore e la curiosità dei bambini, ma con la consapevolezza simbolica degli adulti. Le storie hanno tanto da lasciarci, se sappiamo osservarle dal giusto punto di vista.


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Ma veniamo a noi… Biancaneve. È la principessa scacciata dal suo castello, la bambina che per farsi donna deve passare attraverso il dono della morte simbolica, per rinascere assieme alla sua sessualità con l’incontro del suo principe azzurro.

La storia, se non te la ricordi, la puoi leggere seguendo questo link: https://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/biancaneve


GLI INSEGNAMENTI E LE INTERPRETAZIONI


Una delle favole che più amiamo e più conosciamo. Tutti i bambini conoscono la storia della fanciulla candida come la neve, che mangia la mela avvelenata e che viene salvata da un principe azzurro. È una delle fiabe che anche io più amo, soprattutto per la ricchissima simbologia che troviamo dietro di essa. Le storie rappresentano sempre importanti insegnamenti, strumenti per trasmettere delle lezioni, a livello più o meno conscio, anche a seconda dell’età in cui riceviamo queste storie. Ed è proprio per questo che da una parte è importante sentirsi raccontare queste storie fin dalla più tenera età, dall’altra è importante riprenderle in mano quando siamo diventati grandi. E allora ripercorriamo le tappe di questa favola, andando a scovare i messaggi che nasconde.


La favola inizia con una madre che tesse il telaio, e già qui potremmo aprire una lunga parentesi. Rappresenta la Madre Divina, colei che tesse i fili della vita e dai suoi desideri dà origine alle creature. Infatti è proprio tessendo che sogna di avere una bambina, dai capelli neri come l’ebano che vede sul davanzale davanti a sè, dalla pelle candida come la neve, che dalla finestra vede scendere e posarsi sul giardino del castello e dalle labbra rosse come il sangue, la cui goccia è sgorgata dalla donna mentre filava e si è punta il dito. E da questo telaio magico il desiderio prende forma, si concretizza e questa bambina nasce, con il nome di Biancaneve.


Una volta nata la bambina ancora una volta, come spesso accade nelle fiabe, ecco che la Madre Divina si toglie dalla scena, lasciando che ad emergere ed evolversi a sua volta in Dea sia la protagonista. E ancora una volta ecco apparire una matrigna cattiva. La matrigna rappresenta spesso l’altro volto della Madre Divina, il volto oscuro, che ci fa paura e che percepiamo come cattivo. Ma davvero lo è? O è proprio grazie a questo volto che la protagonista può trovare la sua strada e crescere? Ci sono vari livelli di interpretazione di questa fiaba, in cui noi possiamo ritrovarci in ogni personaggio. Partiamo da Biancaneve, colei che rappresenta noi stessi, colei che viene descritta come candida e pura: la nostra anima. Ma noi possiamo essere allo stesso tempo anche la matrigna-strega, che rappresenta il nostro ego: la matrigna ha bisogno di uno specchio, per leggersi dentro e scoprire la vera bellezza. Fino a che Biancaneve è bambina, quindi non ha ancora sviluppato la consapevolezza di sè, la matrigna vede la bellezza in se stessa, è lei la più bella del reame. Ma ecco, quando la bambina raggiunge l’età adulta (leggeremo successivamente come la mela rossa possa rappresentare il passaggio delle mestruazioni), lo specchio riflette una riflessione più profonda e la bellezza viene trovata in Biancaneve, l’anima.


La regina cattiva inizia a consumarsi nell’invidia, nell’odio e desidera vendetta. Ecco l’ego che si allontana dall’anima, dall’amore e si rode dentro. La regina non ha pace, cerca di far uccidere Biancaneve, che fugge in una buia foresta. È il momento di crisi, di introspezione, di affronto dei nostri lati ombra. Biancaneve nella foresta è spaventata, si sente sola, confusa e persa. Quante volte anche noi sentiamo questo senso di vuoto che ci soffoca dentro? Ma è proprio in mezzo alla foresta che Biancaneve trova un rifugio, la casetta dei nani. Nani che non a caso sono 7, un numero sacro che ricorre spesso in varie culture. 7 sono i giorni della creazione nella Bibbia, ad esempio, e 7 sono i chakra, le ruote di energia all’interno del nostro corpo tanto per dirne alcuni. In mezzo ai nani Biancaneve trova rifugio, trova un luogo sicuro dove si occupa di mettere in ordine, pulire e prendersi cura. Ancora una volta possiamo ritrovare in questo dettaglio un’altra parte di noi stessi. I nani lavorano in una miniera (quindi una caverna, vanno a scavare all’interno) da dove estraggono diamanti. È proprio il lavoro che facciamo noi: scaviamo nelle nostre profondità per trovare i talenti, le cose belle e preziose di noi e le portiamo alla luce.


Ma ecco, quando stiamo facendo questo magnifico lavoro dentro di noi, appare di nuovo lei, la regina cattiva. È il nostro autosabotaggio. La regina arriva da Biancaneve per vendicarsi, non può sopportare di vederla brillare mentre lei si perde nella sua oscurità. Nella favola originale dei fratelli Grimm per ben 3 volte Biancaneve viene tentata (altro numero sacro il tre), e per due volte i nani riescono a salvarla. Ma alla terza volta, con la mela rossa avvelenata, Biancaneve cade in un sonno profondo. La mela... un simbolo che troviamo ripetuto più volte, ci dice nulla la storia di Eva, che a causa di una mela causò la cacciata dal Paradiso Terrestre (mamma mia, qui meglio che mi fermo, sarebbe da aprire una grande parentesi, ma questa sarà un’altra storia...)? Una mela rossa... per dirla breve questa mela rossa può rappresentare il passaggio da Biancaneve bambina e Biancaneve donna: il menarca. È proprio grazie a questa Madre Oscura che la protagonista può vivere questo passaggio di crescita. E crolla in un sonno profondo: è la fase di silenzio, di elaborazione della nostra crescita. Siamo passati attraverso la foresta oscura della crisi, abbiamo trovato il nostro punti di equilibrio, abbiamo fatto ordine e scavato dentro di noi per riportare la luce e ora abbiamo bisogno di tempo per far sedimentare in noi tutto quanto. Biancaneve-anima ci casca per ben 3 volte negli inganni della strega. Rappresenta la nostra parte ingenua, la parte che vede la bontà ovunque, che non pensa a proteggersi...


E alla fine eccolo che arriva, il principe azzurro. Azzurro è il colore dello spirito e rappresenta l’arrivo della nostra parte maschile, l’energia dell’azione. Che sia un bacio a svegliarla, come nel famoso cartone Disney, o che sia lo sballonzolamento del trasporto del suo corpo (che le fa sputare il pezzo di mela) come nella fiaba originale, Biancaneve riprende coscienza di sè. Ed è ora completa: maschile e femminile in lei sono uniti, ha preso completamente consapevolezza di sè e delle sue forze ed è potuta tornare alla vita.


SE AMI MOLTO QUESTA FIABA...


Se ami molto questa fiaba sei una donna che ha un ricchissimo mondo interiore. Può essere che tu stia attraversando un momento di crisi, in cui hai bisogno di ritrovare te stessa, di fare silenzio e viaggiare nel mondo interiore, nel buio di te stessa per ritrovare la tua luce. Può essere che spesso ci siano in te due parti che lottano tra di loro, una forza di luce e una di ombra. La vera ricchezza sta nel comprendere che vanno accolte entrambe, con Amore. È proprio Amore il fulcro centrale di questa fiaba. La matrigna, il nostro ego come dicevamo, si corrode nella gelosia, nell’invidia, nell’odio... ha bisogno della bontà di Biancaneve-anima, del suo amore e delle sue attenzioni. Anche tu hai bisogno di prenderti cura di te stessa, di concederti tempo, di capirti.


IL FIORE DI BACH COLLEGATO ALLA STORIA


Il fiore di Bach di riferimento è Holly, l’agrifoglio. Questa pianta viene chiamata il fiore dell’amore universale, proprio perchè rappresenta un caldo balsamo per l’anima. Tutte le volte in cui proviamo sentimenti di astio verso di noi o verso gli altri ecco che abbiamo bisogno di Holly. Quando siamo invidiosi, gelosi, ostili, arrabbiati, rancorosi... quando vogliamo vendetta, quando siamo egoisti... tutte le volte, in pratica, in cui ci allontaniamo da Amore. E questi sentimenti non fanno altro che creare distacco e separazione, da noi e dagli altri. Quando li viviamo questi stati d’animo ci accecano, ci logorano piano piano, lasciandoci vuoti. Holly ci insegna a riempire quel vuoto con sentimenti positivi, di accoglienza, di perdono, di vicinanza... in una sola parola, lo ripetiamo ancora una volta, di Amore.


Il fiore ci aiuta ad essere più comprensivi, a perdonare, ad accettare gli altri ma anche e soprattutto noi stessi. Perchè spesso quando siamo in collera con gli altri, quando odiamo, quando proviamo sentimenti negativi nei loro confronti, stiamo provando tutto ciò per noi stessi. Gli altri non fanno altro che farci da specchio. Nei difetti altrui vediamo riflesse le nostre mancanze. Questo fiore porta calma, serenità, armonia.

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