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AKAL, IL MANTRA DEI MORTI

La fine di ottobre si avvicina e diverse religioni in questo periodo dell'anno ricordano la morte, i defunti e tutte le anime che non camminano più come noi sulla terra. Questa è l'occasione per comunicare con gli antenati, per pregare per le anime di chi abbiamo amato, per ricordare coloro che non ci sono più, per onorare l'altra forma della vita: la morte.

Esiste un mantra, semplicissimo, che possiamo cantare proprio in questa occasione. Si chiama Akal ed è proprio il mantra dedicato alla liberazione delle anime dai corpi, per accompagnarle lungo un cammino luminoso verso l'illuminazione. Un canto dolce, una sorta di ninna nanna, denso di significato.

Akal non ha una vera e propria traduzione in italiano, potremmo dire che il suo significato è un "vai sereno verso la luce, ti guido e ti accompagno". Può essere cantato ai funerali, al momento della morte di chi ci era accanto, ma anche come omaggio a tutte le anime che hanno abbandonato i loro corpi.

Accendiamo una candela bianca, simbolo della luce che vince sulle tenebre, bianca come la purezza delle anime. Chiudiamo gli occhi e respiriamo lentamente. Rilassiamo le spalle, liberiamoci dai pensieri, pensiamo a chi non c'è più. Ma non con dolore, facciamolo con il sorriso. La Morte non è una fine, è una trasformazione che non capiamo del tutto finchè non ci siamo passati. Inspiriamo e mentre espiriamo pronunciamo "Akal". Una consolazione per noi, come un abbraccio...

Nel link a fondo articolo trovate la mia versione del mantra. Io e Brian, il mio bambino di 9 mesi, rendiamo omaggio alle anime che non ci sono più. Brian suona il tamburo, uno strumento che già ama e con cui è in perfetta sintonia. Io canto, cercando di lasciare che la mia voce guidi le anime che ho amato e quelle che non ho conosciuto, ma che comunque hanno fatto parte del mondo, sul quale ora io cammino. Ho scelto di eseguire il mantra della morte assieme a Brian proprio perchè, così piccolo, lui rappresenta la nuova Vita, la risposta al cosa c'è dopo la Morte... un ciclo continuo che non ha mai fine.

Buon ascolto,

Valentina

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